mercoledì 15 agosto 2012

Pisacane: la RIVOLUZIONE

Carlo PISACANE
LA RIVOLUZIONE

Lo schiavo non smaglia lentamente le catene, ma le spezza.
In una società ove la sola fame costringe il maggior numero al lavoro, la libertà non esiste, la virtù è impossibile, il misfatto è inevitabile. Se tu, mortale, distendi la mano e la tua forza di là del confine che ti segnò natura, occupi dei prodotti della terra tanto che ne siano offesi gli altri esseri tuoi simili, e manchi loro la sussistenza, tu proverai il riurto loro; il tuo delitto è l’invasione, il violamento dell’ordine; la tua pena è la tua distruzione.




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Bibliografia essenziale sull'USI e il sindacalismo rivoluzionario

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN LINGUA ITALIANA SULL’USI E IL SINDACALISMO RIVOLUZIONARIO IN ITALIA (... in progress)

v  Antonioli M, Armando Borghi e l’Unione Sindacale Italiana, Lacaita, 1990.
v  Antonioli M, Azione diretta e organizzazione operaia. Sindacalismo rivoluzionario e anarchismo tra la fine dell’Ottocento al fascismo, Lacaita, 1990
v  Bitelli G, Filippo Corridoni e il sindacalismo operaio d’anteguerra, Modernissima, 1925
v  Borghi A, Mezzo secolo d’anarchia, Anarchismo, 1978.
v  Careri G, Un progetto autogestionario, l’USI dalle origini ad oggi, USI, 1991.
v  Carocci R, Il sindacalismo d’azione diretta. La Lega Generale del Lavoro, Roma 1907-1910, “Giornale di Storia Contemporanea, n 1, 2011
v  D’Alterio D, Vincenzo Cardarelli sindacalista rivoluzionario, Bulzoni, 2005
v  De Clementi A, Politica e società nel sindacalismo rivoluzionario (1900-1915), Bulzoni, 1987
v  De Felice R, Sindacalismo rivoluzionario e fiumanesimo, Morcelliana 1960
v  Furiozzi GB, Alceste De Ambris e il sindacalismo rivoluzionario, FrancoAngeli, 2000
v  Furiozzi GB, Il sindacalismo rivoluzionario italiano, Mursia, 1977
v  Furiozzi GB, Le interpretazioni del sindacalismo rivoluzionario italiano, 1985
v  Goddi F, Tullio Masotti. Biografia di un sindacalista rivoluzionario, “Giornale di Storia Contemporanea” n.1, 2011.
v  Landi G, Tra anarchismo e sindacalismo rivoluzionario: Armando Borghi, 1986
v  Marucco D, Arturo Labriola e il sindacalismo rivoluzionario, Einaudi 1970
v  Osti Guerrazzi A, De Ambris, l’Unione Sindacale Italiana e l’intervento, “Giornale di Storia Contemporanea”
v  Osti Guerrazzi A, L’utopia del sindacalismo rivoluzionario. I primi due congressi dell’Unione Sindacale Italiana (1912-1913), Bulzoni,
v  Pistillo M, Giuseppe Di Vittorio dal sindacalismo rivoluzionario al comunismo (1907-1924), Editori riuniti, 1977
v  Riosa Alceo, Il sindacalismo rivoluzionario il Italia e la lotta politica nel PSI in età giolittiana, De Donato, 1976
v  Serventi Longhi E, De Ambris. L’utopia concreta di un rivoluzionario sindacalista, Franco Angeli, 2012.
v  Vanzetti B, Scritti sul sindacalismo, Antistato, 1955.

CRONOLOGIA USI (1906-1950)

CRONOLOGIA UNIONE SINDACALE ITALIANA (1906 - 1950)

1906
Congresso di Milano. Nascita Confederazione Generale del Lavoro.
Uno dei punti più controversi fu quello che doveva stabilire i rapporti fra le Camere del Lavoro, le Federazioni di Mestiere e il nuovo organismo.
La maggioranza, dopo varie tortuosità, si pronuncia per un organo centralista e centralizzatore.
In aperto dissenso, la minoranza sindacalista rivoluzionaria abbandona il Congresso e forma un comitato che si chiamerà subito dopo “Comitato d’Azione Diretta”.

1907
Convegno di Parma.
Aumentando l’influenza politica del PSI, che sostiene la tesi della subordinazione sindacale alla politica elettorale del partito, la minoranza sindacalista rivoluzionaria si riunisce nella Camera del Lavoro di Parma. Partecipano 16 Camere del Lavoro, 2 Sindacati, 2 Federazioni, 19 Leghe e Sezioni di Mestiere, 16 altre organizzazioni sindacaliste e delegati di altre realtà proletarie. Rappresentano 201.168 lavoratori.
Il problema centrale della discussione riguarda i “rapporti colla Confederazione del Lavoro”. Arrendevolezza nei conflitti sociali e centralizzazione esasperata della CGL spingono i sindacalisti rivoluzionari a domandarsi se rimanere come minoranza organizzata nella CGL oppure creare una nuova organizzazione.
Viene deciso di costituire un Comitato Nazionale della Resistenza, con incarico preciso di raggruppare tutte le organizzazioni che intendano svolgere un’azione comune di lotta all’ordinamento capitalistico con tutti quei mezzi che la pratica sindacale ha indicati come efficaci per indebolire ed eliminare la classe e lo stato borghese.

1908
Nel 1908 il sindacalismo rivoluzionario promuove il grande sciopero di Parma. Seguono gli scioperi agricoli nelle province di Ferrara, Modena, Piacenza, Bologna, e nelle Puglie. Quello degli operai metallurgici di Milano e Torino.

1911
Il Comitato Nazionale della Resistenza organizza grandi manifestazioni contro le imprese coloniali e la guerra libica.

1912
Viene convocato il Congresso Nazionale dell’Azione Diretta nei giorni 23-25 Novembre. Dopo il dibattito congressuale e le mozioni presentate, si adotta il punto fondamentale che dà mandato alla formazione di una nuova organizzazione sindacale.
Il Congresso Nazionale dell’Azione Diretta, riafferma anzitutto il principio dell’Unità operaia necessaria al proletariato per completare le sue conquiste e conseguire i suoi destini;
Rileva che la Confederazione Generale del Lavoro, come non ha saputo fin qui realizzare l’Unità, si dimostra evidentemente incapace di realizzarla nel futuro per la sua tendenza sempre più spiccata a diventare un vero e proprio partito parlamentare, chiuso ed esclusivista, tanto da negare alle organizzazioni che non vogliono accettare senza discussione i dogmi politici e sindacali imposti da quella minoranza che fortuito caso (…) si è impossessata di essa.
Nasce l’Unione Sindacale Italiana

1912
Per l’Unione Sindacale Italiana l’internazionalismo è la forza motrice della rivoluzione sociale:
“Il Congresso delle organizzazioni operaie rivoluzionarie, in vista della oscura situazione internazionale che presenta la minacciosa probabilità d’una conflagrazione europea;
- Richiama il proletariato al dovere di opporsi ad ogni costo e con tutti i mezzi al fratricida macello cui lo si vorrebbe mandare in omaggio ad interessi che riguardano soltanto la classe nemica;
- Invita i sindacati aderenti a promuovere manifestazioni pubbliche e a prestare il loro concorso a tutti quei movimenti nazionali ed internazionali che fossero per sorgere, accentuandone il carattere in senso risolutamente rivoluzionario;
- Dà mandato al Comitato Centrale di prendere le iniziative ed i provvedimenti che le circostanze consiglieranno qualora la minaccia di una conflagrazione europea dovesse diventare più concreta ed imminente”.
 
1913
A poche settimane dalla nascita, l’Unione Sindacale Italiana (U.S.I.) lancia il suo manifesto:
“E’ una vecchia gloriosa bandiera quella che risolleviamo. Essa copre l’opera paziente della preparazione e si spiega nelle audacie sante alla rivolta, il suo drappo si tinge col sangue dei martiri e non si sbiadirà nei languidi colori della pace sociale. Vessillo di speranza e di battaglia. All’ombra sua si raccolgono solo i forti cui non impaurisce il sacrificio, i combattenti che sanno affrontare la lotta con gioia.
E’ l’insegna della 1° Internazionale, quella che risolleviamo compagni!
Quanti sentono la vergogna dello avvenimento presente, quanti nutrono ancora fede nei destini del proletariato, vengano con noi, in questo esercito di liberi che vuol muovere verso le rosse aurore della Rivoluzione Sociale.
Viva l’organizzazione operaia!
Viva l’Unione Sindacale Italiana!

1913
Dicembre. Secondo Congresso dell’ U.S.I.
Fra gli argomenti trattati e votati dai lavoratori, il metodo dello sciopero generale nella relazione di Amando Borghi.
“lo sciopero generale è uno dei mezzi più efficaci di difesa e di conquista per i lavoratori, miranti alla vittoria definitiva della classe lavoratrice con l’espropriazione della classe capitalistica”.

1914
Giugno. Scoppia il conflitto mondiale.
La crisi dell’interventismo tocca solo marginalmente il sindacalismo italiano d’azione diretta con pochi elementi che escono dall’U.S.I. Il nuovo segretario è Armando Borghi.
Il 13 e 14 Settembre 1914 viene convocata una riunione del Consiglio Generale dell’Organizzazione che delibera:
“Il Consiglio Generale dell’U.S.I. esprime la fiducia che il proletariato di tutti i paesi belligeranti e neutrali sappia ritrovare in se stesso lo spirito di solidarietà di classe e le energie rivoluzionarie per profittare dell’inevitabile indebolimento delle forze statali e della crisi generale derivante dalla guerra stessa per una azione comune intesa a travolgere gli stati borghesi e monarchici che in questa guerra furono per un cinquantennio i coscienti e cinici preparatori. Delibera che gli organi direttivi ed il giornale si uniformino a tali concetti.”

1915
Aprile. Nasce il nuovo giornale dell’U.S.I. : “Guerra di classe”

1915-1918
Maggio. L’Italia entra in guerra.
La lotta sindacale e sociale è congelata. Lo stato italiano adotta misure di guerra contro il sindacalismo rivoluzionario.

1919
La fine della guerra comporta la grande espansione del conflitto sociale e di classe in Italia e in Europa. Le organizzazioni proletarie dell’U.S.I. sono le sole fautrici dell’autogestione e dell’autorganizzazione sociale su basi federaliste e libertarie.
Parma, dicembre. Terzo Congresso dell’U.S.I. Sono presenti 15 Camere del Lavoro, 6 unioni sindacali, 3 sindacati nazionali di mestiere, per un totale di 300 mila lavoratori organizzati. L’U.S.I. ribadisce in una fondamentale mozione:
“Il Congresso dichiara tutta la sua simpatia ed incoraggiamento a quelle iniziative proletarie, come i Consigli di Fabbrica, che tendono a trasferire nella massa operaia tutte le facoltà d’iniziativa rivoluzionaria e ricostruttiva della vita sociale, mettendo però in guardia i lavoratori da ogni possibile deviazione per la escamotage riformista contro la natura rivoluzionaria di tali iniziative, contrariamente anche alle intenzioni avanguardiste della parte migliore del proletariato.
Invita questa parte del proletariato specialmente a considerare la necessità di preparazione delle forze di attacco classista-rivoluzionario, senza di che non sarebbe mai possibile l’assunzione della gestione sociale da parte del proletariato.”
La posizione dell’U.S.I. di fronte alla situazione generale ed agli avvenimenti rivoluzionari di Russia in particolare, sarà precisata in una dichiarazione riassuntiva, nella quale si dichiarava:
“Il Congresso dell’U.S.I. saluta ogni passo in avanti del proletariato e delle forze politiche verso la concezione del socialismo negante ogni capacità negativa e ricostruttiva alla istituzione storica tipica della democrazia borghese che è il Parlamento, cuore dello Stato.
Considera la concezione Sovietistica della ricostruzione sociale antitetica dello Stato e dichiara che ogni sovrapposizione alla autonomia e libera funzione dei Soviet di tutta la classe produttrice, va considerata dal proletariato come un attentato allo sviluppo della rivoluzione ed alla attuazione dell’eguaglianza nella libertà.”

1920
Occupazione delle fabbriche. Tutta l’U.S.I. è mobilitata
Il Sindacato metallurgico aderente all’U.S.I. segretario Alibrando Giovannetti, lancia un “Appello alle maestranze”, mettendole in guardia del pericolo che correva la riuscita dell’agitazione. Tra l’altro, si affermava con decisione che:
La presa di possesso delle fabbriche da parte dei lavoratori deve compiersi simultaneamente e con prontezza, prima ancora di essere cacciati con la serrata, e difenderla poi con tutti i mezzi e con tutte le forze di cui dispone il proletariato organizzato (…) Noi siamo decisi a fare entrare nella lizza anche i lavoratori delle altre industrie e dell’agricoltura. Alle altre organizzazioni, quindi, il dovere di prendere posizione, di tenersi pronte all’attacco coll’arma al piede.
Riformisti e rivoluzionari “politici” sono determinanti nel fallimento dell’occupazione delle fabbriche.
Inizia la reazione padronale, sociale e statale. Armate dallo stato, si formano le squadre fasciste.

1921-1924
Eccidi, stragi e distruzioni ad opera della reazione.
Lavoratori e membri dei sindacati dell’U.S.I. uccisi, in carcere o in esilio.
In tutta Italia i lavoratori dell’Unione Sindacale difesero in armi e strenuamente le loro roccaforti proletarie. Contro il fascismo e contro i cannoni dell’esercito come a Piombino.
L’U.S.I. ebbe 23 Camere del Lavoro, 28 Sedi nazionali di federazioni dell’Unione e 6 Sindacati Nazionali di mestiere totalmente distrutti dal terrore fascista, nonostante che i suoi militanti fossero tra i protagonisti nei battaglioni degli “Arditi del Popolo”, unico tentativo di resistenza proletaria armata contro il fascismo.

1922
In opposizione al centralismo dittatoriale dell’Internazionale comunista, sindacalisti rivoluzionari e libertari si riuniscono a Berlino. Viene ricostituita la “Association Internationale des Travailleurs”. L’U.S.I. aderisce.

1925
Gennaio 1925. il Prefetto di Milano decreta lo scioglimento dell’Unione Sindacale Italiana. Erano già state distrutte le Camere del Lavoro, Unioni locali e federazioni, con i suoi militanti in galera, in esilio od uccisi.
Giugno 1925. Ultimo Convegno Nazionale U.S.I. a Genova. Riescono a partecipare gruppi sparsi e braccati dalla polizia. Venne deciso che una prima Segreteria venisse riformata in Francia dagli esuli e tra i primi atti vi fu quella di coordinare tutti i gruppi clandestini in Italia.
Furono quindi costituite sezioni dell’U.S.I. nelle città di Marsiglia, Nizza e Lione, e successivamente un a Parigi si attivò prontamente per collegare i militanti ed i lavoratori iscritti all’Unione e coordinare le attività. Infatti, tra i compiti più urgenti vi era quello di mantenere viva la fiamma del sindacalismo rivoluzionario e riprendere fin da subito i  contatti con i compagni rimasti in Italia. Del resto, era di particolare importanza, in momenti così drammatici, dare un segnale di speranza e possibilità di ripresa dell’U.S.I.

1926
Armando Borghi lascia la Francia per l’esilio negli U.S.A.

1927-1935
Comitato di Emigrazione dell’U.S.I. è in tutte le attività antifasciste possibili.

1936
Al colpo di stato in Spagna contro la Repubblica, la C.N.T. (Confederaciòn Nacional del Trabajo), l’anarcosindacalismo spagnolo, risponde con l’insurrezione in Catalogna, Aragona e Levante. E’ la rivoluzione sociale.
Accorrono in massa gli anarchici italiani. Moltissimi erano membri dell’U.S.I. Arruolamento nelle milizie C.N.T.
Camillo Berneri dirige “Guerra di Classe”, già organo dell’U.S.I.

1937
Maggio. Assassinio di Berneri da parte degli stalinisti. Violenta repressione contro gli anarchici e la C.N.T. E’ la fine della rivoluzione spagnola.

1939
Vittoria del fascismo in Spagna e scoppio della Seconda Guerra Mondiale

1940
Mussolini dichiara la guerra al fianco di Hitler

1943
La Monarchia si libera di Mussolini. Armistizio con gli angloamericani.

1943-1945
Attiva partecipazione alla Resistenza e all’insurrezione partigiana del 25 aprile, da parte di anarchici e sindacalisti libertari che avevano militato nell’U.S.I.

1944
Settembre, Napoli.
Sindacalisti rivoluzionari e anarchici dei “Gruppi Libertari” decisero in un convegno di costituire “Gruppi di Difesa Sindacalista” nell’ambito di categorie di lavoratori come il Sindacato Ferrovieri, Portuali, Edili e la Federazione Gente del Mare. Organizzati ma ‘autonomi’ e solo per il momento a fianco della C.G.L.

1945
Organizzazioni politiche anarchiche frenano e di fatto impediscono la rinascita dell’Unione Sindacale Italiana e favoriscono in tutti i modi l’’ “entrismo” nella ricostituita C.G.L. come corrente “autonoma” denominata “Comitati difesa sindacale”. Storia e patrimonio dell’Unione Sindacale Italiana dispersi per una “fantasiosa” unità sindacale a direzione comunista.

1950
Dettori e Dall’Olio e i migliori compagni dell’U.S.I., in opposizione a qualsiasi politicismo e di qualsiasi provenienza, ricostituiscono a Genova l’Unione Sindacale Italiana. Si formano sindacati di lavoratori in Toscana e Liguria.

Paul MATTICK. Cenni biografici e alcuni scritti

Nato nel 1904, in Germania, aderirà giovanissimo alle organizzazioni della sinistra comunista radicale tedesca.
Emigrerà negli Stati Uniti nel 1926, dove lavorera come operaio e precario ante litteram. Attivista degli IWW e dei movimenti dei disoccupati dopo il 29, parteciperà e darà vita alle più importanti riviste comuniste consiliari. Autore di numerosi saggi e libri tra cui il suo più famoso: Marx e Keynes e i limiti dell'economia mista. Muore nel 1981 negli USA.


alcuni scritti on line:

- I comunisti dei consigli (socialismo del capitale e autonomia operaia): socialismo-del-capitale-e-autonomia
- Spontaneità e organizzazione: spontaneita
- Umanesimo e socialismo: umanesimo
- Crisi e teorie della crisi:crisiteoriacrisi
- La rivoluzione tedesca: comunismo_antibolscevico

consigliamo di consultare l'Arcvhio on line di P. MAttick:
www.paulmattickarchivio.blogspot.com