venerdì 16 marzo 2012

M. Antonioli, FIGLI DELL'OFFICINA

Maurizio ANTONIOLI FIGLI DELL'OFFICINA
Anarchismo, sindacalismo e movimento operaio tra Ottocento e Novecento
Ci sono figure che, per diversi motivi, ritornano e le cui voci piace risentire, quasi a riparare i torti di una memoria sempre più labile nei confronti di tante storie, individuali e collettive, che hanno fornito trama e ordito al sofferto cammino di un’emancipazione desiderata e accarezzata, ma spesso irraggiungibile o smarrita lungo i tornanti della storia. È il desiderio di dare un senso alle vite degli altri, il tentativo di mettere a fuoco i volti sbiaditi di tanti che ci hanno preceduto, le cui voci hanno saputo raggrumare speranze, proiettare sulla scena delle attese sociali visioni del futuro illuminate dai raggi di un’utopia che è parsa a volte a portata di mano, ma altrettante volte è svanita. Luigi Fabbri, Ernesto Verzi, Carlo Molaschi, Giuseppe Di Vittorio, così come le vicende dell’Unione sindacale italiana e dell’Unione anarchica italiana, i temi del progresso nel movimento operaio, dell’organizzazione nel movimento anarchico, del sindacalismo rivoluzionario. Una raccolta di saggi sul filo conduttore di quella communauté d’imagination che, nel corso dei decenni, si è costituita attorno a luoghi simbolici comuni.
Indice
- Prefazione
- Il movimento operaio italiano tra Otto e Novecento e le illusioni del progresso
- Camere del lavoro e Federazioni di mestiere alle origini della Confederazione generale del lavoro
- La Charte d’Amiens e il movimento operaio italiano
- Il sindacalismo rivoluzionario italiano tra unità e scissioni: il caso dell’Unione sindacale italiana
- Giuseppe Di Vittorio e il sindacalismo rivoluzionario
- Luigi Fabbri e il sindacalismo
- Luigi Fabbri e i primi anni de «Il Pensiero»
- Gli anarchici milanesi e la Prima guerra mondiale
- La nascita dell’Unione anarchica italiana e gli anarchici individualisti e antiorganizzatori
- Indice dei nomi

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