mercoledì 11 gennaio 2012

La Rivoluzione dei Garofani (Portogallo, 25 aprile 1974)

La Rivoluzione dei garofani o Rivoluzione portoghese del 25 aprile 1974 fu il colpo di stato attuato da militari dell'ala progressista delle Forze Armate portoghesi che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António de Oliveira Salazar in Portogallo e che portò al ripristino della democrazia dopo due anni di transizione tormentati da aspre lotte politiche.

Premesse storiche
La dittatura portoghese traeva origine dal golpe del 28 maggio 1926, che aveva decretato la fine di un breve e turbolento periodo democratico. Nel 1933, con l'approvazione di una nuova Costituzione basata sul corporativismo e sugli ideali fascisti, António de Oliveira Salazar aveva instaurato apertamente il regime dell'Estado Novo. Partito unico era rimasto l'União Nacional (Unione Nazionale), di ispirazione monarchica, corporativa, anti-socialista e fascista.
Durante la seconda guerra mondiale il Portogallo restò neutrale, e questo gli consentì una relativa crescita economica negli anni quaranta. Nel 1949 cessò l'isolamento politico del regime, che diventò membro fondatore della NATO, tollerato dagli altri Stati membri per via delle posizioni fortemente anticomuniste del suo governo.
La libertà politica era fortemente limitata, le elezioni caratterizzate da brogli e altre irregolarità e il regime manteneva uno stretto controllo sulle attività dei cittadini attraverso la polizia politica PIDE (Polícia Internacional e de Defesa do Estado), successivamente divenuta DGS (Direcção-Geral de Segurança), che perseguitava gli oppositori, spesso arbitrariamente arrestati, torturati e uccisi.
La resistenza del Portogallo alla decolonizzazione, provocò l'insorgere di un lungo e improduttivo conflitto tra le forze coloniali portoghesi e i movimenti indipendentisti in Angola, Mozambico, Guinea-Bissau; la situazione internazionale era sfavorevole al regime, in quanto entrambe le superpotenze della Guerra fredda, Stati Uniti e URSS, finanziavano i movimenti di liberazione nazionale per cercare di attrarre i paesi di nuova indipendenza nelle rispettive sfere di influenza. Durante la guerra, le Nazioni Unite approvarono sanzioni riguardanti il commercio di armi nei confronti del Portogallo e gli USA impedirono l'uso di mezzi NATO per la repressione coloniale, anche se furono costretti a ritirare il loro appoggio ai movimenti di liberazione di fronte alla minaccia portoghese di abbandonare l'organizzazione.
La rapida crescita economica si interruppe alla fine degli anni sessanta, a causa dell'isolamento politico ed economico e della lunga e improduttiva guerra coloniale.
La morte di Salazar nel 1970 non comportò sostanziali evoluzioni del governo, guidato dal successore Marcelo Caetano. All'inizio degli anni settanta il Portogallo era politicamente ed economicamente fiaccato dallo stato di guerra che, proseguendo ormai da quasi due decenni e senza una soluzione politica in vista, risultava particolarmente oneroso in termini di risorse. La situazione portò a un malcontento generale, in particolare nelle classi sociali meno agiate e all'interno delle Forze armate.
All'inizio degli anni settanta alcuni ufficiali subalterni, la maggior parte con il grado di capitano, con idee politiche di sinistra e contrari alla politica governativa, particolarmente riguardo alla guerra coloniale, si associarono, inizialmente nel Movimento dei Capitani (Movimento dos Capitães), successivamente nel Movimento delle Forze Armate (MFA - Movimento das Forças Armadas), organizzato nel 1973 con lo scopo di abbattere l'Estado Novo e avviare il paese sulla strada della democratizzazione, della decolonizzazione e dello sviluppo economico, con gli obiettivi immediati della fine della guerra, della convocazione di elezioni libere e dell'abolizione della polizia politica. Una parte degli ufficiali del Movimento era, invece, legata al generale Kaùlza de Arriaga, ex comandante delle Forze Armate portoghesi in Mozambico, le cui posizioni politiche si ponevano alla destra dello stesso Presidente del Consiglio Caetano, inviso ai duri del regime. Kaùlza de Arriaga tentò una sollevazione militare contro Caetano nel dicembre 1973 e successivamente strinse un'alleanza sempre più stretta con il Presidente della Repubblica, l'Ammiraglio Amèrico Tomas che isolò sempre di più il Presidente Caetano. Nella stessa giornata del 25 aprile 1974, Kaùlza de Arriaga tentò invano di opporsi al colpo di stato, attraverso un'iniziativa militare di segno opposto. Al Movimento delle Forze Armate rimase sostanzialmente estranea, almeno sino alla mattinata del 25 aprile, la Marina militare, con l'eccezione di alcuni ufficiali isolati ed anzi una fregata, la "Almirante Gago Coutinho", impegnata nelle manovre NATO, tenne per ore sotto tiro le forze ribelli che assediavano il quartiere dei ministeri.
Il 16 marzo 1974 ci fu un prematuro tentativo di insurrezione, quando il 5º Reggimento di Fanteria marciò su Lisbona, che si concluse con il fallimento del golpe e l'arresto di circa 200 militari. Il 24 marzo una riunione clandestina della commissione coordinatrice dell'MFA deliberò che un nuovo tentativo di colpo di stato avrebbe dovuto avere luogo tra il 22 e il 29 aprile. Otelo Saraiva de Carvalho fu incaricato di gestire il piano generale delle Operazioni; il programma definitivo del Movimento fu approvato il 21 aprile.
Il 23 aprile Saraiva de Carvalho comunicò che il piano sarebbe stato attuato il 25 aprile e che il posto di comando dell'MFA sarebbe stato installato presso la caserma del 1º Reggimento Genieri a Pontinha.

Il 25 aprile 1974

Preparativi
I leader dell'MFA si erano accordati con Carlos Albino, responsabile del programma musicale Límite di Rádio Renascença, perché trasmettesse la canzone operaia Grândola vila morena di José Afonso, come segnale di avvio delle operazioni. Nonostante l'ascolto della canzone fosse proibito dal regime, la vendita era consentita, e Albino ne acquistò una copia il 24 aprile.

Cronistoria
00:20:19 – Teodomiro Leite de Vasconcelos di Radio Renascença trasmette Grândola vila morena. È il segnale di inizio delle operazioni militari, con l'arresto degli alti ufficiali fedeli al regime e l'occupazione di luoghi strategici, come l'aeroporto di Lisbona e la prigione politica di Peniche.
03:10 - I ribelli prendono il controllo della stazione televisiva Rádio Televisão Portuguesa, delle stazioni radio Rádio Clube Português ed Emissora Nacional. Movimenti di truppe verso il quartiere Terreiro do Paço di Lisbona, sede delle istituzioni governative.
04:20 - L'MFA annuncia attraverso un comunicato di Radio Clube Português il golpe. La fanteria occupa l'aeroporto di Lisbona.
05:45 - Truppe ribelli al comando del capitano Salgueiro Maia occupano il Terreiro do Paço e pongono sotto assedio le sedi ministeriali.
06:00 - Un plotone lealista giunge a Terreiro do Paço ma si unisce ai ribelli.
09:00 - La fregata Gago Coutinho, in esercitazione con altre imbarcazioni NATO, riceve l'ordine di posizionarsi davanti al Terreiro do Paço e di aprire il fuoco contro i ribelli, ma si rifiuta di obbedire.
09:30 – I ministri della difesa, dell'informazione e turismo, dell'esercito, della marina, il capo di stato maggiore, il governatore militare di Lisbona, il sottosegretario all'esercito Henrique Tenreiro riescono a fuggire e a organizzare un comando lealista presso la caserma del 2º reggimento lanceri.
09:35 - Arrivo a Terreiro do Paço di forze leali al governo, al comando del brigadiere Junqueira dos Reis. In seguito al rifiuto, prima dei suoi ufficiali subalterni, poi dei soldati, di ubbidire, abbandona e prende il comando di altre forze. Ordina di sparare sul tenente ribelle Alfredo Assunção, inviato per trattare, ma i soldati disobbediscono nuovamente.
11:30 - Il comando dell'MFA ordina ai militari del maggiore Jaime Neves di occupare il quartier generale della Legione Portoghese a Penha de França (Lisbona) e a fanti e carristi al comando di Salgueiro Maia di avanzare verso il quartier generale della Guarda Nacional Republicana, dove si trova il primo ministro Marcelo Caetano.
11:45 – L'MFA annuncia di aver preso il controllo del paese.
12:30 – Con l'appoggio della popolazione civile scesa in strada, i militari di Salgueiro Maia lanciano un ultimatum, minacciando di aprire il fuoco contro il quartier generale della GNR.
13:00 - Il brigadiere Junqueira dos Reis cerca di assediare le truppe di Maia con fanti, poliziotti e gendarmi, ma in meno di un'ora viene circondato dai soldati del capitano Ferreira e costretto ad arrendersi.
13:40 - Occupato il quartier generale della Legione Portoghese.
15:15 - Artiglieri dell'MFA liberano le truppe arrestate per il precedente tentativo di golpe del 16 marzo.
15:30 – Viene aperto il fuoco contro il quartier generale della GNR.
16:15 – Elementi della polizia politica DGS sparano sulla folla che circonda il loro quartier generale, provocando una vittima e alcuni feriti.
16:30 – In seguito alla minaccia di attaccare il quartier generale della GNR con un Chaimite ed altri mezzi blindati dotati di cannone, Caetano si decide a trattare con Maia, chiedendo di arrendersi ad un alto ufficiale.
18:00 – Caetano viene raggiunto dal generale António de Spínola, incaricato di proseguire le trattative.
19:30 – Caetano si arrende all'MFA. Viene scortato da Maia a bordo del Chaimite fino al comando dell'MFA, circondato dalla folla.
21:00 – La DGS, rimasta l'unica forza fedele al governo, apre il fuoco sulla folla attorno al proprio quartier generale, uccidendo quattro civili e ferendone quarantacinque. Si arrende in seguito all'intervento di forze della Marina in appoggio all'MFA.
22:00 – I paracadutisti dell'MFA costringono alla resa le ultime unità della DGS presso la prigione di Caxias a Lisbona.
Cessazione definitiva di tutti i combattimenti. Sorprendentemente, il generale Spinola, che non era il generale di riferimento del MFA, che era invece Costa Gomez, tratta la resa di Marcelo Caetano ed è a lui che il Presidente del Consiglio si arrende.
23:20 – Spínola approva la legge numero 1 del 25 aprile 1974 (Destituzione dei dirigenti fascisti), che decreta la destituzione del presidente della Repubblica e del primo ministro, lo scioglimento dell'Assemblea nazionale e del Consiglio di Stato, e il passaggio dei poteri alla Giunta di Salvezza Nazionale, composta da membri dell'MFA. Approva quindi i decreti legge 170/74, 171/74 e 172/74 ordinando la destituzione dei governatori civili delle province, la dissoluzione del partito unico Acção Nacional Popular (ANP), e lo scioglimento della DGS, della Legione Portoghese, della Gioventù portoghese e di altre associazioni di regime.

Conseguenze
Il colpo di stato portoghese fu anomalo, in quanto i militari ebbero immediatamente l'appoggio della popolazione (nonostante, peraltro, i comunicati dell'MFA chiedessero ai civili di restare in casa).
Il nome di Revolução dos Cravos deriva dal gesto di una fioraia, che in una piazza di Lisbona offrì garofani ai soldati. I fiori furono infilati nelle canne dei fucili, divenendo simbolo della rivoluzione e insieme segnale alle truppe governative perché non opponessero resistenza. Le vittime, uccise dalle forze lealiste della DGS, furono soltanto quattro.
Alla Rivoluzione dei garofani seguì un periodo di transizione, noto come Processo Rivoluzionario in Corso (PREC).
Subito dopo il 25 aprile, con la formazione della Giunta di Salvezza Nazionale, vennero sciolte la polizia politica DGS e le commissioni di censura dei mezzi di comunicazione. Il 26 aprile furono anche liberati i primi prigionieri politici dalle carceri di Peniche e di Caixas. I leader politici in esilio tornarono nel paese nei giorni seguenti. La festa del lavoro venne celebrata per la prima volta legalmente il 1º maggio, con la riunione a Lisbona di circa un milione di persone.
Molte personalità legate al regime dell'Estado Novo, tra cui lo stesso Marcelo Caetano, furono costrette all'esilio.
La Rivoluzione aprì un periodo di grande instabilità e fermento politico, in cui si contendevano il potere i partiti della sinistra progressista e rivoluzionaria e i partiti moderati e liberali, nonché i rispettivi settori dell'MFA, guidati rispettivamente da Francisco da Costa Gomes e da Spínola.
Nel corso del 1974 venne meno il sistema economico e politico corporativo, di pari passo con il progresso in senso democratico del paese.
I primi contrasti sorsero già nell'estate del '74, tra il presidente Spìnola, che aveva posizioni conservatrici e sosteneva una soluzione federalista al problema coloniale e i militari progressisti, che chiedevano la piena indipendenza per le colonie africane. Preoccupato dal carattere socialista che la Rivoluzione andava assumendo, Spínola organizzò il 28 settembre una manifestazione per sostenere l'aumento dei poteri del capo dello Stato e il mantenimento delle colonie, facendo appello alla "maggioranza silenziosa" affinché fermasse il processo di radicalizzazione politica. Tale abbozzo di nuova deriva autoritaria fallì poiché i sostenitori del presidente non riuscirono a prendere il controllo della capitale a causa del blocco degli accessi alla città organizzato da militanti socialisti e comunisti. Privo di appoggio, Spínola fu costretto a dimettersi e a fuggire all'estero, prima nella Spagna franchista, poi in Brasile. Francisco da Costa Gomes divenne il nuovo presidente, e nominò primo ministro il colonnello Vasco Gonçalves, noto per le sue simpatie comuniste.
Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde ottennero l'indipendenza in un breve lasso di tempo, in seguito ad accordi tra i movimenti di liberazione nazionale e il governo portoghese. La colonia di Timor dichiarò l'indipendenza, ma venne invasa cinque giorni dopo dall'Indonesia. Macao, invece, restò territorio portoghese, in vista di un futuro accordo con la Cina per il passaggio di sovranità, stipulato nel 1984 e attuato nel 1999. Una delle maggiori critiche alla Rivoluzione fu il fatto che, in seguito all'improvvisa decolonizzazione, migliaia di coloni portoghesi furono costretti a fuggire senza poter portare con sé nulla e i popoli precedentemente colonizzati caddero sotto regimi comunisti.
L'11 marzo 1975, militari spinolisti tentarono un colpo di stato reazionario; il tentativo fu sventato dall'intervento del COPCON (Comando Operacional do Continente), formato da 5000 truppe d'élite e comandato da Otelo de Saraiva Carvalho, istituito nel luglio precedente con lo scopo di difendere il processo di transizione e il programma del Movimento. Il fallimento del golpe fece diventare l'ala rivoluzionaria dell'MFA maggioranza del movimento e consentì a Gonçalves di spingere ulteriormente per una transizione verso il socialismo: banche, compagnie di assicurazione e numerose industrie furono nazionalizzate nei giorni successivi all'11 marzo.
Tra marzo e aprile venne firmato un patto tra i partiti politici e l'MFA che prevedeva la continuazione del processo rivoluzionario, il riconoscimento provvisorio di alcuni poteri a un Consiglio della Rivoluzione e la convocazione di un'Assemblea Costituente. Le libere elezioni per la Costituente si tennero nel primo anniversario della Rivoluzione, il 25 aprile 1975. Essa risultò composta principalmente dal Partito Socialista, dal Partito Social Democratico e dal Partito Comunista, con una minoranza moderata e centrista. Nel corso dell'anno maturò un lungo dibattito sulla scelta del nuovo sistema politico, dibattito che investì anche la possibilità di stabilire un regime di tipo sovietico. Alla fine la Costituzione optò però per un sistema misto, caratterizzato da una democrazia di tipo occidentale e da un "socialismo pluripartitico", fortemente sostenuto dal settore progressista delle Forze armate.
Nel suo comunicato del 19 aprile 1975, l'assemblea dell'MFA difese la creazione di un sistema pluripartitico per il socialismo.
Nell'estate calda del 1975 il governo Gonçalves attuò una riforma agraria per abolire il latifondo e ridistribuire la terra ai contadini. Nel nord del paese, di tradizione maggiormente cattolica, si formarono gruppi terroristici di destra, come l'ELP (Exército de Libertação Português) o l'MDLP (Movimento Democrático de Libertação de Portugal). Numerose sedi del PCP furono vandalizzate, le ambasciate di Spagna e Cuba incendiate da parte di militanti di opposte formazioni politiche e per diversi mesi in tutto il paese si svolsero manifestazioni, occupazioni di case, fabbriche, terreni e scontri armati tra destra e sinistra.
Gli Stati Uniti, che avevano una base militare nelle Azzorre, temevano fortemente l'ascesa al potere di un partito marxista-leninista come il PCP in un paese della NATO, e sostennero con ingenti fondi i partiti considerati fedeli alla democrazia.
Nel mese di settembre, il governo Gonçalves venne fatto dimettere, sostituito dal governo più liberale e moderato dell'ammiraglio Pinheiro de Azevedo.
Anche all'interno dell'MFA si erano intanto formate diverse correnti. Gli spinolisti avevano perso completamente il proprio potere da vari mesi, e le divergenze si ponevano all'interno della sinistra. Il Gruppo dei Nove era costituito dagli ufficiali che sostenevano una forma di socialismo non allineato. Oltre a piccole minoranze liberali, vi era poi una seconda componente maggiore, legata al COPCON di Otelo Saraiva de Carvalho e formata da ufficiali di estrema sinistra che sostenevano forme di potere popolare di tipo marxista.
La tensione politica dell'estate calda sfociò violentemente in seguito alla decisione del Consiglio della Rivoluzione di smantellare la base aerea di Tancos e di sostituire alcuni comandanti militari. Il 25 novembre 1975, paracadutisti del COPCON tentarono un nuovo colpo di stato, occupando quattro basi dell'aviazione (Montreal, Montsanto, Montijo e Tancos); anche la sede della rete televisiva nazionale venne occupata da gruppi di estrema sinistra. La mancanza di una precisa leadership, il mancato appoggio da parte del PCP e l'immediata risposta militare del Gruppo dei Nove, guidato da António Ramalho Eanes (che diventerà presidente della repubblica nel giugno 1976) portarono al fallimento del colpo di stato. Otelo, accusato di aver appoggiato i golpisti fu allontanato, il COPCON soppresso e l'estrema sinistra di fatto eliminata dall'MFA, portando alla normalizzazione del processo rivoluzionario.
Il 2 aprile 1976 venne approvata la nuova Costituzione che, nonostante stabilisse una democrazia pluripartitica, era comunque ideologicamente carica di riferimenti alla "transizione verso il socialismo", alla creazione di "una società libera, giusta e solidale" e di un'"economia socialista", dando ampio spazio ai diritti dei lavoratori e ai doveri di solidarietà economica e sociale.
Il sistema apparve molto avanzato per l'epoca, in quanto creava una forma di governo presidenziale-parlamentare, in cui sia l'assemblea sia il presidente detenevano forti poteri, che si bilanciavano reciprocamente, scongiurando al contempo la debolezza parlamentare e le eccessive concentrazioni di potere.
Il 25 aprile 1976, due anni dopo la Rivoluzione, si tennero le prime elezioni per l'Assemblea della Repubblica, vinte dai socialisti, e il potere passò dai militari ai rappresentanti democraticamente eletti.
Con il passare degli anni, la carica ideologica della Rivoluzione si perse. Nelle riforme costituzionali del 1982 e del 1989 furono eliminati quasi tutti i riferimenti ideologici originari (con alcune eccezioni), furono cancellati i principi socialisti dell'economia (come la riforma agraria, l'irreversibilità delle nazionalizzazioni e l'esistenza della proprietà sociale, costituita dai "mezzi di produzione sfruttati collettivamente e direttamente dai lavoratori"), e venne eliminato il ruolo dell'MFA come garante del mantenimento delle istituzioni democratiche e della sovranità popolare. Ciò consentì l'ingresso del Portogallo nella CEE (poi Unione Europea) e la ripresa definitiva dell'economia.
Oggi il 25 aprile è festa nazionale portoghese, con manifestazioni in celebrazione delle libertà civili e dei diritti politici ottenuti dopo la Rivoluzione. Alcuni settori minoritari della destra considerano gli sviluppi che la situazione politica ha avuto dopo il colpo di stato come dannosi, particolarmente per quanto riguarda gli ex-coloni costretti ad abbandonare l'Africa e le lunghe guerre civili sorte dopo la fine del colonialismo. D'altra parte settori minoritari dell'estrema sinistra lamentano l'abbandono degli ideali socialisti e comunisti della Rivoluzione.
Secondo rivelazioni del ex "gladiatore" G-71, contenute nel libro The Real history of Gladio, nel rovesciamento di Caetano avrebbe avuto un ruolo la Gladio italiana, poiché il dittatore portoghese era ostile alla nuova politica della NATO e all'indipendenza delle colonie africane contese dai due blocchi. Ciò non può tuttavia trovare conferma né smentita, anche perché l'inchiesta della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo non ha fatto luce sui compiti effettivi della struttura e sulla veridicità delle rivelazioni.
Da wikipedia

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