domenica 18 dicembre 2011

Repubblica dei Consigli di Baviera (1919)

La “Repubblica dei Consigli di Baviera” (Bayerische Räterepublik) o di Monaco (Münchner Räterepublik) è stata una repubblica "social-anarchica" attiva per un breve periodo in Baviera (dal 7 aprile al 2 maggio 1919) in seguito agli eventi rivoluzionari sviluppatisi in Germania nel novembre del 1917 (crollo della monarchia e nascita della Repubblica). La Repubblica bavarese, organizzata sotto forma di "democrazia dei consigli" ed ispirata al sistema dei soviet russi, ebbe vita assai breve e fu contrastata tanto dai socialisti moderati che dalle forze reazionarie di destra. Alla fine la "Repubblica dei Consigli" subì una violentissima repressione, del tutto simile a quella di Parigi del 1871, che ripristinò violentemente l'ordine (pseudo) democratico e da cui, da lì a poco, sarebbe nato il regime nazista.
La rivoluzione tedesca e la nascita dei consigli
Il 7 e 8 novembre 1918 la Germania fu attraversata da una serie di eventi (scioperi, manifestazione, ecc.) che portarono alla costituzione di numerosi “consigli operai” (simili ai soviet russi) che il 9 novembre sfociarono nell’abdicazione dell’imperatore Guglielmo II e nella nascita della Repubblica tedesca. Quello stesso giorno si ebbe una clamorosa doppia proclamazione della repubblica, indicativa della divisione in atto all’interno dei socialdemocratici tedeschi: la Repubblica venne proclamata da Philipp Scheidemann, esponente della maggioranza social-democratica, e da Karl Liebknecht, esponente dell’ala sinistra dell’ USPD [L’USPD, Partito Socialdemocratico Indipendente Tedesco, nacque da una scissione interna al SPD, il partito socialdemocratico tedesco, N.d.R], che annunciò la nascita di una Repubblica Socialista.
In quel momento la sinistra tedesca era divisa in due correnti: una maggioranza moderata (formata principalmente da (M)SPD, ovvero la parte maggioritaria del Partito Social Democratico Tedesco rimasta dopo il distacco dei dissidenti dell’USPD), favorevole ad una svolta parlamentare e democratica-borghese, e una minoranza radicale (Lega Spartachista [1], la sinistra radicale, USPD, i sindacalisti e gli anarchici), propensa ad un cambiamento rivoluzionario delle istituzioni sull'esempio russo [2].
Pur se condivisero il potere sino al 28 dicembre 1918 (quando l’USPD uscì dal governo), di fronte al pericolo di una guerra civile o di una invasione delle truppe dell’Intesa, al fine di impedire il diffondersi della rivoluzione sociale, la parte maggioritaria del Partito Social Democratico Tedesco scelse una linea contraria alla rivoluzione, per questo si costituì un governo pseudo rivoluzionario denominato “Consiglio dei Commissari del Popolo” (nato il 9 novembre) retto da tre esponenti dell’SPD (Friedrich Ebert, Philipp Scheidemann, Otto Landsberg) e da tre dell’USPD (Hugo Haase, Wilhelm Dittmann, Emil Barth). A capo del "Consiglio" fu posto dal principe Maximilian di Baden il socialista Friedrich Ebert[3], ma il suo governo fu però immediatamente denunciato dalla Lega spartachista come continuativo rispetto al regime precedente. (Il "potere" del Consiglio durò sino al 13 febbraio 1919, quando il governo fu assunto da Philipp Scheidemann, eletto dall'Assemblema Nazionale, che intendeva impedire che Ebert ripristinasse la monarchia.)
In questo modo i "socialisti moderati" cercarono di conciliare rivoluzionari e riformisti, ovvero di spegnere ogni idea di rivoluzione sociale, senza porsi alcun scrupolo e cercando alleanze strategiche anche con le forze conservatrici e militari (es. patto tra il capo dell’SPD, Ebert, e il generale Groener). Le idee rivoluzionarie furono però dure a morire: ovunque si costituirono Consigli degli operai e dei militari ispirati ai soviet, molteplici furono le insurrezioni, soprattutto a Berlino, che provocarono morti, feriti e repressioni varie (nel gennaio del 1919 le unità paramilitari dei Freikorps soffocarono una rivolta a Berlino, culminata il 15 gennaio con la morte di Rosa Luxemburg e di Karl Liebknecht).
Fermenti rivoluzionari in Baviera
Due fattori peculiari della Baviera influenzarono lo svolgersi degli eventi rivoluzionari in quella regione: una popolazione rurale più importante che nel resto dell'impero (51% contro una media generale del 34%, secondo le statistiche del 1907) e una forte idea separatista e antimilitarista figlia dell’odio contro i prussiani[4].
Nella notte del 7 novembre 1918, dopo una manifestazione di massa organizzata dall’USPD, fu proclamata la Repubblica di Baviera (“Freistaat Bayern”). Si costituì un Consiglio (vero e proprio organo di autogestione) provvisorio degli operai, dei soldati e dei contadini; il re, Luigi III di Baviera, lasciò immediatamente Monaco. Il presidente del Consiglio provvisorio, Kurt Eisner, esponente dell’USPD, formò un nuovo governo che comprendeva quattro uomini dell’SPD, due dell’USPD e un indipendente. Il governo di Eisner però rifiutò la socializzazione delle terre e delle fabbriche, rispettando la proprietà privata e quindi il cardine stesso del sistema borghese.
In Baviera, come nel resto della Germania, convissero conflittualmente due “poteri”: quello “ufficiale” parlamentare-moderato e quello consiliare-rivoluzionario, ingenerando anche aspri conflitti tra i fautori di queste due correnti di pensiero. In Baviera, Eisner cercò di conciliare le due posizioni: il 10 gennaio 1919, Eisner fece arrestare dodici membri del KPD (comunisti) e del "Consiglio Rivoluzionario" (animato da molti anarchici), tra cui Max Levien e l’anarchico Erich Muhsam. Una manifestazione di massa costrinse però il governo a liberarli immediatamente.
Eisner alla fine scontentò gli uni e gli altri, infatti alle elezioni per l’elezione del Parlamento (gennaio 1919) fu sonoramente bocciato [5]. Il 16 febbraio, una nuova manifestazione di massa, organizzata dal Consiglio operaio rivoluzionario, chiese il potere. Il 21 febbraio 1919, Eisner fu assassinato mentre si apprestava a presentare le dimissioni. A questo punto si costituì un Consiglio rivoluzionario centrale che operò parallelamente al Consiglio centrale; dopo la morte di Eisner, il ruolo di Primo Ministro fu messo in mano al social democratico Hoffmann dallo stesso Landtag bavarese[6], con il compito, nemmeno tanto segreto, di liquidare ogni velleità rivoluzionaria e agevolare la repressione della “Repubblica dei consigli”.
Nascita della Repubblica dei Consigli
Nel mezzo di questi confusionari tentativi rivoluzionari e di sovrapposizioni di potere parlamentare e consiliare, i consigli degli operai e dei soldati di Monaco, il 7 aprile 1919, proclamarono all’unanimità, su proposta dell’anarchico Gustav Landauer, la nascita della "Repubblica dei Consigli di Baviera" fondata sul modello dei soviet russi [7], passando così dalla rivoluzione politica a quella sociale: il Consiglio Rivoluzionario annunciò "la dittatura del proletariato" e la contemporanea abolizione dello Stato, la dissoluzione del Landtag e della burocrazia, la socializzazione della stampa e la costituzione di una formazione armata di difesa (Armata Rossa)[4]. Nell'entusiasmo rivoluzionario, gli anarchici parteciparono in posizione preminente alla vita della “Repubblica dei consigli” nonostante la tenace opposizione della K.P.D (comunisti) e delle forze "moderate\reazionarie".
Il primo governo fu così composto: il poeta Ernst Toller (USPD) designato alla presidenza del Consiglio centrale; Erich Muhsam, anarchico, alle relazioni estere; Gustav Landauer all' istruzione;lo scrittore Ret Marut (Traven) responsabile della stampa e della propaganda dei consigli; l’economista anarchico Silvio Gessell alle finanze. In effetti, fu difficile per gli anarchici prendere decisioni radicali, se si escludono quelle di Gustav Landauer sull’insegnamento superiore, principalmente a causa dell’ostracismo comunista, che poi prenderanno il potere a partire dal 13 aprile[8].
Tentativo di golpe contro la « Repubblica »
Il 13 aprile 1919, in Baviera, un tentativo di Putsch militare contro la "Repubblica del Consigli", opera del governo Hofmann che nel frattempo s'era rifugiato a Bamberg, fu respinto dai rivoluzionari dei consigli, ma l'anarchico Erich Muhsam (così come una dozzina d' altri militanti), tradito e denunciato dai social-democratici, fu catturato e deportato da un "treno speciale" verso il nord della Baviera, allora nelle mani delle forze reazionarie. In queste condizioni, i comunisti del KPD, che inizialmente si erano rifiutati di entrare nel governo consiliare perché ritenevano il popolo bavarese non ancora maturo, ne approfittarono per agguantare il potere e imporre, convinti che dopo il respingimento dei golpisti i bavaresi avessero oramai acquisito la giusta maturità politica e rivoluzionaria: inizia così la seconda fase della “Repubblica dei Consigli”. Bilancio del tentato golpe: 20 morti, più di 100 feriti. [4]
Il 16 aprile 1919, a Dachau (a nord di Monaco), i consigli di operai e soldati della repubblica della Baviera respinsero un nuovo tentativo di repressione organizzato dalle truppe governative. Ma questa vittoria si rivelò nient’altro che un’effimera vittoria, visto che la definitiva sconfitta della “Repubblica dei Consigli” era stata solo rimandata [9]. I comunisti nel frattempo formarono un nuovo comitato d’azione costituito da: Levien, Levine, Toller e il russo Axelrod. Essi presero una serie di decisioni autoritarie, senza l’approvazione unanime del Consiglio, dichiarando lo sciopero generale (durato sino al 22 aprile), imponendo le requisizioni dei prodotti agricoli ai contadini e il marinaio Rudolf Egelhofer al comando dell’Armata Rossa, ecc. Il 27, l'assemblea dei consigli respinse la politica dei comunisti, ed elesse un nuovo comitato d'azione. Allora i comunisti si ritirarono dal Consiglio e chiesero ai lavoratori di non seguire il nuovo comitato d'azione.
Sconfitta e repressione della Repubblica
Dal 29 aprile al 2 maggio 1919, a Monaco (Baviera), l’esercito governativo contro-rivoluzionario diretto dal social-democratico Gustav Noske schiacciò nel sangue la "Repubblica dei consigli di Baviera", grazie all’aiuto decisivo di gruppi paramilitari nazionalisti (nel quale militavano molti futuri nazisti). L' ordine borghese fu così ristabilito, dopo molte violenti battaglie sviluppatesi per le vie della città ed una vittoria militare che darà luogo a molte esecuzioni sommarie (più di 700 vittime saranno le vittime contate). Gli anarchici e i consiliaristi implicati in questa rivoluzione, subiranno anche violente vendette e repressioni: Gustav Landauer sarà assassinato il 2 maggio; Erich Muhsam, fermato dal 13 aprile, sarà condannato a 15 anni di detenzione; Ernst Toller, per avere salvato la vita di molti ostaggi, sarà condannato a 5 anni di carcere; quanto a Ret Marut (B.Traven), riuscirà a scappare e a ricominciare una nuova vita sotto un'altra identità (gli altri non ebbero trattamento migliore: Gelhofer fucilato senza processo, Levine fucilato dopo processo, Lewien fuggì in Russia ma scomparve tra le purghe staliniane). [10]
Note
  1. La Lega spartachista nasce con il nome originario di Gruppo Internazionale (Gruppe Internationale), come corrente interna all’SPD (Partito Social Democratico), poi nel 1917 si unì all’USDP (Unabhängige Sozialdemokratische Partei Deutschlands, Partito Socialdemocratico Indipendente Tedesco), diventandone l’ala sinistra, e in seguito, tra il 1918 e il 1919, partecipò alla fondazione del KPD (Komunistische Partei Deutschlands, Partito Comunista Tedesco). La Lega prese il nome dal celebre gladiatore Spartaco, che capeggiò una rivolta antischiavista contro Roma
  2. Friedrich Ebert (Heidelberg, 4 febbraio 1871 – Berlino, 28 febbraio 1925) fu il primo cancelliere della Repubblica di Weimar, nata dopo la caduta della monarchia, dal 9 novembre 1918 all'11 febbraio 1919. Dall'11 febbraio 1919 al 28 febbraio 1925 assunse la carica di (primo) Presidente del Reich tedesco
  3. Alle elezioni del gennaio 1919, boicottate da anarchici e comunisti del KPD, Eisner prese il 2,5% dei voti, mentre cattolici e l’SPD presero rispettivamente il 35 e il 33% dei voti. Fonte
  4. Il Landtag è il nome attraverso il quale si definisce il parlamento tedesco
  5. Una Repubblica dei consigli diretta dal comunista Béla Kun ebbe contemporaneamente sorte analoga in Ungheria. Si veda: Biografia di Béla Kun

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