lunedì 19 dicembre 2011

La Comune di KRONSTADT (1921)

Kronstadt 1921. A novant’anni dalla comune.
Sebbene siano state rese largamente note, le vicende della Comune di Kronstadt, al pari della memoria e della storia del movimento operaio internazionale, vanno man mano cadendo nell’oblio, tanto da non suscitare ricerche ulteriori in campo scientifico, né da essere tramandate/commemorate in campo politico. La grande rimozione della storia operaia (termometro di una decadenza intellettuale più generale e non della sola cultura ufficiale) riguarda tanto più quelle esperienze sociali indipendenti, radicalmente socialiste e dal carattere fortemente autogestionario, che hanno costellato la storia degli ultimi due secoli. È questo il caso della Comune di Kronstadt.
Situata sull’omonima isola nel golfo di Finlandia sul mar Baltico, di fronte a S. Pietroburgo, fin dagli inizi del secolo scorso, vi era stata accasermata parte della flotta russa. A differenza delle guarnigioni dell’esercito, formate prevalentemente da contadini, i marinai, per le peculiari attività cui erano assegnati, venivano reclutati tra gli operai specializzati, che sarebbero risultati il settore sociale culturalmente più disponibile a confrontarsi con le teorie socialiste, che iniziavano a filtrare anche nelle lontane terre dello zarismo.
Già nella rivoluzione del 1905, i marinai della flotta avevano dato prova della loro attitudine rivoluzionaria, sostenendo gli operai di S. Pietrogurgo, mentre l’anno seguente, e poi ancora nel 1910, avevano dato vita violenti tumulti antizaristi.
 Nel febbraio del 1917, la città di Krondstadt è tra le prime a insorgere: in una notte i marinai e gli operai fucilano 200 ufficiali zaristi, noti come feroci reazionari; è l’unico fatto di sangue o di rappresaglia ascrivibile agli insorti che, da quel momento, iniziarono a sperimentare una condizione di democrazia diretta fino ad allora inedita. Iniziava un periodo di cooperazione tra gli operai, i marinai e i contadini delle zone limitrofe: un’officina speciale messa in piedi e gestita dai lavoratori produceva vanghe, picconi, aratri e gli altri strumenti utili al lavoro nei campi, che squadre di propagandisti portavano nelle campagne in dono ai contadini, i quali erano soliti ricambiare rifornendo la città di derrate alimentari, dando vita così a un meccanismo economico bastato sullo scambio e il mutuo sostegno. Il Soviet di Kronstadt fu tra i primi a essere eletto, ma fu anche il primo a essere destituito, per il suo moderatismo. Inizialmente favorevoli al governo Kerensky, già all’inizio dell’estate, i marinai della cittadina sul mar Baltico erano scesi in corteo per le vie della capitale, sventolando bandiere rosse e nere ed esigendo le dimissioni del governo e l’assunzione del potere da parte dei Soviet locali. Come da tempo avveniva a Kronstadt, dove tutti gli aspetti riguardanti la rivoluzione e la vita sociale venivano discusse dall’insieme della cittadinanza, riunita nella centrale piazza dell’Ancora, in un clima di libertà espressiva e associativa assolutamente nuovi. Una Commissione di propaganda centrale diffondeva in egual misura giornali e opuscoli delle varie tendenze socialiste e libertarie e studi di economia e di tecnica agraria; il rancio veniva equiparato per tutta la popolazione, mentre le terre incolte venivano trasformate in orti collettivi. L’indomani della sollevazione di ottobre, alla quale la flotta di Kronstadt aveva partecipato in prima fila - per questo definita da Trotsky «orgoglio e vanto della Rivoluzione» - iniziarono i primi attriti con il governo bolscevico circa la questione degli alloggi, il Soviet di Kronstadt era intenzionato ad approvare l’abolizione della proprietà privata sui beni immobili e procedere alla redistribuzione delle case tra la popolazione, tramite il Consiglio degli inquilini. I bolscevichi si opposero apertamente, tentando poi di boicottare il progetto. Nel febbraio 1918, la flotta venne improvvisamente sciolta e ricostituita intorno a una disciplina dal segno autoritario e di fedeltà al governo centrale. Iniziava così un braccio di ferro tra la popolazione dell’isola e il potere bolscevico che, nel marzo 1921, esplose in una rivolta a viso aperto.
A innescare la miccia, furono gli operai di Pietrogrado che, alla fine di febbraio, entrarono in sciopero dando vita a violenti tumulti. Una parte dei marinai della flotta del mar Baltico scelse la diserzione e, riunitasi sulla nave Pietropavlov, deliberava il suo programma: elezione di liberi Soviet; terra ai contadini; libertà sindacali e il ripristino dell’artigianato, «senza l’utilizzo di manodopera sfruttata».
La richiesta di «Soviet liberi» non poteva essere accettata dai bolscevichi, che inviarono una delegazione atta a riportare l’ordine che, se pur ben accolta, non ebbe modo di imporre la sua autorità, e anzi vide una stracolma piazza dell’Ancora approvare la risoluzione della Petropavlov ed eleggere un Comitato rivoluzionario provvisorio. Tre giorni dopo, il 5 marzo, Trotsky, il capo assoluto dell’Armata rossa, inviava un ultimatum a Kronstadt. Il 6 marzo le truppe dell’Armata rossa davano inizio all’assalto alla città, che resistette per 10 lunghi giorni. L’ingresso dei bolscevichi in città fu segnato da una vera e propria «carneficina», migliaia di operai e mariani con le loro famiglie vennero arrestati, per non uscire mai più di prigione. Terminava così, nel sangue e nella cieca repressione, un’esperienza proletaria indipendente che, nella sua pur breve esistenza, aveva offerto una via socialista e libertaria fra i possibili sviluppi della rivoluzione russa .
                                                                                   da "Lotta di Classe" dicembre 2011.



Bibliografia consigliata:
Paul Avrich, Kronstadt 1921, Mondadori 1971.
Paul Avrich, Gli anarchici nella rivoluzione russa, la Salamandra 1976.
Attilio Chitarin (a cura di), Le Izvestija di Kronstadt, JacaBook 1970.
Ettore Cinnella, La tragedia della rivoluzione russa (1917-1921), Luni 2000.
Volin, La rivoluzione sconosciuta (1917-1921), Ed. Insurrezione 2010.
Israel Getzler, L’epopea di Kronstadt (1917-1921), Einaudi 1982.
Ida Mett, La rivolta di Kronstadt, Partisan 1970.

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